Lo scorso weekend siamo stati in provincia di Foggia, terra d’origine del biondo: tra ricchi pranzi coi parenti e qualche drink con gli amici di sempre siamo riusciti a ricavarci una giornata in giro solo noi due.
Destinazione: Gargano e dintorni.
Due cose amo particolarmente di questo sperone di roccia che sprofonda nell’Adriatico:
- il fatto che sia un luogo selvaggio e ancora poco preso d’assalto dai turisti (dimenticatevi le orde di persone che d’estate invadono il Salento!)
- i suoi colori: il giallo dorato dei campi di grano ai piedi della montagna, le macchie di ulivi che piano piano la risalgono, il verde brillante della Foresta Umbra fino al bianco delle rocce che si scontrano con il blu del mare
Ripercorrerli tutti ci piace da morire….
Via allora! Partenza da Manfredonia, al cui porto il biondo ama pescare al tramonto dopo essersi rifornito di vermetti, mentre io apprezzo maggiormente le passeggiate alla sera nel centro storico con le sue stradine di pietra bianca e brulicanti di localini. In questa occasione, però, ci fermiamo solo per comprare focaccia, pomodori e qualche mozzarella di bufala per l’onnivoro di casa.
Prime due tappe: San Giovanni in Rotondo e Monte Sant’Angelo.
E’ ancora mattina presto e dedichiamo una visita a questi paesini in cima al Gargano ed ai loro santuari. Mi emoziono per la sacralità di questi luoghi, ed altrettanto per la strada per raggiungerli: il susseguirsi di tornanti per risalire la montagna, con squarci ripidi che spalancano la vista verso la piana ed il mare.
Terza tappa: il tratto tra Monte Sant’Angelo e Vico del Gargano.
Dopo aver lasciato Monte Sant’Angelo, il panorama cambia ancora: i terreni coltivati lasciano il posto ai pascoli, poi ai boschi di pini, di castagne, e poi ancora di querce.

Monte Sant’Angelo

Ginestre

Bosco di castagni
Fino al cuore del Parco nazionale del Gargano: la Foresta Umbra. Ci si accorge di esservi arrivati perché tutto ad un tratto gli alberi diventano altissimi e formano archi di verde quasi impenetrabili dalla luce; passarci sotto durante la bella stagione o anche in autunno quando i faggi iniziano ad imbrunire è uno spettacolo.
Per chi come noi è cresciuto a pane e boschi, l’emozione è un appuntamento atteso che si ripete ogni volta: che sensazione di contatto con la natura, di pace e di libertà! E che voglia di stendersi a dormire sotto questi alberi!
Come sempre accade, non resistiamo e scendiamo dall’auto per vedere a che punto è il sottobosco e pronosticare l’arrivo dei porcini, sbirciare tra i rovi alla ricerca delle prime more, individuare le piante di origano di cui raccogliere i fiori nei mesi estivi. Insomma, da qui non torniamo mai a mani vuote! E neanche a stomaco vuoto: è giunta l’ora di dare fondo alla borsa dei viveri comodamente seduti in un’area pic nic immersa in un faggeto.
Tempo di scendere di nuovo verso il mare, ma prima di lasciare la foresta facciamo due incontri singolari: un cerbiatto che furtivo attraversa la strada e un decisamente più noncurante branco di maiali che razzola nei fossi.

Un arco di faggi

Mmmmmmmm….
Quarta tappa: Peschici e la litoranea verso Vieste
Meta decisamente più famosa del Gargano rispetto alla Foresta Umbra è la costa dai suoi molteplici panorami: da quello di Peschici che sorge su una rupe bianca a picco sul mare a Vieste con le spiagge sabbiose.
Sebbene ci siano percorsi interni che collegano queste due città, ci prendiamo il tempo di percorrere l’affollata litoranea per non perdere di vista il mare. In questo tratto vale la pena fermarsi a mangiare in uno dei tanti trabucchi: vecchie costruzioni in legno in passato utilizzate per la pesca oggi convertite in ristorante dove il mare si respira, si ascolta, si sente sulla pelle e invade gli occhi.

Poco prima del primo bagno di questa estate

Il trabucco di Baia San Nicola
Verso l’arrivo: da Vieste a Mattinata
Ultimo tratto di litoranea, che comprende alcune tra le spiagge più belle del Gargano e che percorriamo al tramonto buttando l’occhio nelle baie sotto di noi.

Vista dalla litoranea
Il profumo del mare e della salsedine che abbiamo addosso si mescola con quello dei fiori e della vegetazione intorno…sono quei momenti in cui ci si sente un po’ sospesi e si vorrebbe che il tempo non passasse mai.
Arriviamo Mattinata che ormai è sera, il centro che si riempie di luci che si riflettono sull’onnipresente pietra bianca. Le signore si affacciano dai balconi, i camerieri apparecchiano in strada, noi decidiamo di concludere la nostra giornata on the road cenando seduti ad un tavolino con le sedie colorate.
Bello, frizzante e pieno di spunti!
Grazie, felicissima di averti ispirata!!!