Nei corsi di formazione aziendale capita spesso di soffermarci sulla differenza tra strategia e tattica: la prima è il piano d’azione generale in vista di un determinato scopo, la seconda l’insieme di azioni e risorse con cui raggiungerlo.
In termini militari: la tattica serve per vincere la battaglia, la strategia per vincere la guerra.
Ora, per chi sceglie di rinunciare ai mezzi pesanti per fronteggiare le insidie di travaglio e parto (l’epidurale), è bene avere presenti la strategia e le tattiche per provare a gabbare il nemico con le armi della natura.
La strategia sarà affrontare il parto trasformandosi, anzichè in un Navy Seal, in una donna Samurai!
La sfida sarà scegliere le tattiche giuste in funzione dei momenti e delle situazioni che si presenteranno. Ecco le armi a disposizione della donna samurai:
- Non distrarsi. Mai visto un guerriero che si prepara in mezzo alla confusione? Rumori, staff medico, il compagno che vuole aiutare: la donna samurai come una leonessa dovrà sapersi estraniare e rimanere concentrata sulla sua missione
- Abbandonarsi al valzer di ormoni e alle sensazioni del corpo senza temere che si tratti di un complotto contro la nostra vita: in realtà il loro scopo è guidarci nel viaggio del parto e rinfrancarci dalla fatica
- Rilassare i muscoli per non sprecare energie e mantenere un respiro calmo e basso, così da accompagnare l’onda della contrazione. Strozzando il fiato in gola o nel petto, tutto laggiù i si irrigidisce e “aprirci” sarà più difficile
- Concentrarsi sulle pause. Le contrazioni, bontà divina, non sono eterne ma funzionano come onde: salgono, raggiungono il picco, poi scendono e si fermano per un po’. A noi la scelta: sfruttare il break per recuperare forze oppure dimenarci? Ardua scelta, sì….
- Fuori la voce! Vocalizzare dalla pancia aiuta a rilassare il canale del parto, sostiene l’espirazione durante le contrazioni e butta fuori lo stress. Mentre gli urlacci di petto o i tentativi di imitare Maria Callas otterranno l’esatto contrario…nonché daranno ragione a quegli uomini che dicono “Zitta e muta, devi stare!”
- Usare l’acqua. A casa o in ospedale, è facile rimediare dell’acqua calda: la vasca, la doccia, persino la borsa dell’acqua applicata sulle zone doloranti hanno effetti analgesici insperati
- Massaggio, please! Chi lo potrà negare? Nessuno, dall’ostetrica al papà lascerà la donna samurai senza un’adeguata frizione sulle sue dolenti membra
- Cambiare le posizioni. Non siamo alla corte di Luigi XIV, dove si decise che le donne decorose dovevano partorire sdraiate: oggi si sa che le posizioni migliori sono quelle che sfruttano la forza di gravità. Per cui sediamoci, alziamoci, accovacciamoci, aggrappiamoci a seconda di cosa chiede il corpo.
- Ambiente familiare. La donna samurai potrà chiedere di abbassare le luci e i rumori e avrà portato con sé qualche amuleto di conforto: musica, la maglietta preferita, il braccialetto di conchiglie …qualsiasi talismano con il potere di evocare forza e portarci fortuna!
- Strapazzami di coccole! Si sa oggi che la connessione tra nascita e sessualità (per lungo tempo osteggiata) è innegabile. Non per niente l’ormone che maggiormente guida il parto, l’ossitocina, é lo stesso che entra in gioco quando si fa l’amore. Ora non dobbiamo farlo in sala parto…ma le coccole ci stanno e sono armi segrete che la donna samurai non dovrebbe mai dimenticare
- Fidarsi di chi è intorno. Non si vince la guerra da soli, ma contando sui chi combatte vicino a noi e per noi. Affidarsi al compagno, all’ostetrica e al piccolo guerriero che lotta per nascere sarà determinante per trionfare tutti insieme.
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