Premessa. Non tutti i weekend diventano terribili con la nascita di un figlio. Ma alcuni si ed io ho capito perché: è un problema di aspettative.
Si, perché noi neogenitori siamo ancorati ai ricordi e alle legittime convinzioni di cosa il weekend dovrebbe rappresentare: riposo, tempo per noi stessi e per la coppia, un po’ di divertimento, libertà da orari e possibilmente da incombenze. Al punto che io, che sono una “tedesca”, piuttosto mi esaurivo arrivando morta il venerdì pomeriggio pur di lasciare libero il weekend dai doveri. Ma questo era prima…
Ora le cose sono ovviamente cambiate con buona pace della mia preferenza teutonica per l’organizzazione perfetta. La lista delle cose da fare sempre più lunga, la stanchezza in perenne accumulo e soprattutto l’incontrollabile variabile rappresentata da un bambino piccolo con le sue esigenze: i suoi orari, gli strippi, i malesseri vari, ma anche i sorrisi a profusione che ti inchiodano nella beatitudine facendoti dimenticare l’orologio e le altre mille cose che vorresti o dovresti fare, e che nel frattempo continuano ad accumularsi neanche si riproducessero per mitosi.
Ora di fronte a queste situazioni i saggi dicono: adattati e cambia di fronte al mondo che cambia. Ma si sa, l’essere umano adulto si adatta con lentezza e quindi noi, almeno per il momento – ma questo post vuole essere il mio manifesto dei buoni propositi per il futuro – rimaniamo con le nostre aspettative errate. E nel weekend le paghiamo tutte…
Anche perché, intendiamoci: nel nostro errore siamo dei professionisti. Non solo le aspettative mie e quelle del mio compagno cozzano con la presenza del nanetto, ma sono anche in netto contrasto tra loro.
Ad esempio:
- Io, di venerdì, dentro di me dico: è arrivato finalmente il weekend! Dopo 5 giorni di gestione praticamente da sola del pupo, finalmente il papà potrà darmi una mano! E giocheremo insieme e gli farò fare tutte le belle cose che facciamo quando lui non c’è (!!)
- Lui, neanche troppo dentro di sé, dice: è arrivato finalmente il weekend! Dopo 5 giorni fuori casa per lavoro dalle 7 alle 20, a cui si sommano le serate passate a dare una mano in casa e mangiare col pupo in testa, potrò riposarmi e non fare niente (!!!!)
Insomma la miscela è potenzialmente esplosiva. Il weekend appena trascorso abbiamo – credo e spero – toccato il fondo. E qui è doveroso un sincero mea culpa della giovane madre entusiasta, per avere fatto esplodere la miscela per coronare un obiettivo coltivato da settimane; la visita coatta di tutta la famiglia alla ludoteca.
Forse che il papà non bramasse più di qualsiasi altra cosa al mondo trascorrere lì parte del suo weekend? E ritrovarsi in una sala con poltrone a misura di gnomo, mamme allattanti, mamme chiacchieranti e bambini traballanti, solo e senza nulla da fare mentre io sfamavo il pupetto? Lo so, avrei dovuto fermarmi e tornare indietro di fronte alla sua riluttanza nell’indossare il copriscarpe,..cosa che credo non abbia fatto nemmeno in sala parto. Ed effettivamente, anche il constatare che suddetta operazione richiedesse cinque minuti pieni avrebbe dovuto farmi desistere…
E invece no, tira dritto Bea! E continua pure a chiedergli “hai visto che bello?” e “non ti stai divertendo?”, con lui che, poveretto, non riusciva a dissimulare il suo imbarazzo di fronte al mio entusiasmo per il parcheggio dei passeggini!
Lo so, è stato crudele; e non riproporrò più visite alla ludoteca a meno che non mi siano espressamente implorate.
E non riempirò weekend liberi con cose da fare che dal mio punto di vista sono irrinunciabili…ma solo dal mio.
E non romperò le scatole con le pretese di doveroso aiuto perché io ho dovuto cullare nostro figlio e giocarci insieme per tutta la settimana…
E soprattutto non pretenderò che il weekend sia rilassante come prima…perché quando diventi mamma il weekend alla fine non è diverso dagli altri giorni. Mentre i pannolini, i rigurgiti, i pianti, le notti in cui ti svegli mille volte si, quelli ci sono sempre.
E non…e non…
Ce la posso fare. Ce la possiamo fare!
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