Irene Grandi cantava che si può essere felici con tre uomini ed un cane: ecco, dopo 48 ore passate in casa coi miei tre uomini, sono una mamma in fuga. E che nessuno osi regalarmi anche il cane! [Post in collaborazione con Anne Geddes by Italian Cosmetics]
E’ ufficiale: da ieri sera a stamattina sono stata una mamma in fuga dai miei quasi tre uomini.
Uomo numero 1
Sì, perchè ritrovarsi in casa per 48 ore con esemplare di maschio adulto, nonché partner, in preda a una di quelle influenze (pardon, “tonsilliti”, sono già stata corretta da medico e suocera non accetterò ulteriori puntualizzazioni) che stenderebbero anche un grizzly non è di per sé facile. Non voglio aprire l’ennesima dissertazione sulla verità ormai assodata che gli uomini stanno male in maniera più tragica delle donne, perché questo già si sa. E non lo dico perché noi donne partoriamo e gli uomini no, non potrebbero mai sopravvivere; o perché io con la febbre a 38 pulisco i pavimenti e loro sono già oltre il testamento.
Lo dico con serenità interiore perché me lo ha confessato un prete: che Dio ha fatto la donna dopo avere realizzato che l’uomo da solo non ce la poteva fare. E che il vero sesso debole – ha detto così – è lui: l’omo. Il mio vive tra il letto ed il divano da ormai 60 ore, con le tonsille in mano: esibisce la reattività di un bradipo e l’entusiasmo di vivere di un condannato alla Caienna.
Uomo numero 2
Rappresentato da giovane esemplare trotterellante confinato a casa causa ricorrenza di Ognissanti e Defunti. Che poi ho capito che il 1° novembre è festa, ma cosa c’entra il 2?
Perché io vi devo confessare che da quando il biondino ha iniziato a frequentare quotidianamente baby space e poi nido la mia vita, decisamente alleggerita, si è però caricata di una strisciante paura: il giorno di chiusura. Quando questa terribile minaccia si materializza ho imparato che l’unica cosa è, come diciamo a Bologna, “dargliela su”. Espressione allarmante ed equivoca per i non autoctoni che significa semplicemente arrendersi.
Arrendersi ad una casa che tale non sembra più con pentole e coperchi sparsi ovunque e mattoncini piazzati come mine nei punti cruciali di passaggio; arrendersi ad un bagno semiallagato perché the blondin deve giocare all’idraulico, arrendersi al fatto di non poter usare alcun device (pc, telefono, tablet, mettiamoci pure anche il forno) perché dopo cinque minuti lo VUOLE lui. E no, non sono una madre pazza o inefficace: perché mentre permetto tutto ciò impedisco parallelamente che mio figlio si avveleni, si lanci da una sedia e lanci le stoviglie dal balcone.
Questo è stato nelle ultime 48 ore l’uomo numero due, che insieme al numero uno sarebbero stati una buona motivazione per essere una mamma in fuga… ma io ho anche il numero tre.
(Quasi) uomo numero 3
Ovvero il mio preferito di questi due giorni di “festa”: il piccolo essere scalciante. Che ancora non parla, non chiama “mommo” trenta volte al giorno, non mette in disordine e non rifiuta la minestrina. No, lui semplicemente sta nella sua casetta dentro la mia pancia e ogni tanto mi fa sentire che c’è. Oppure, dipende da come la si vuole vedere, mi avvisa che entro tre mesi ci sarà anche lui qua fuori di cui prendersi cura 24/7…altro che mamma in fuga.
Un problema però lo crea già, mi sta spezzando la schiena. Per quante precauzioni, guaine, ore passate sul tappetino yoga io metta in pratica, ogni giorno puntualmente alle 18 la mia schiena viene dichiarata inagibile e la colpa – la verità ti fa male lo so – è tua, Brando.
Così ieri sera alle ore 21.3 mi sono ribellata alla corazzata uomo 1 + uomo 2 + uomo 3, mi sono chiusa in bagno e mentre rifiatavo ho architettato la mia fuga da almeno due di loro (perchè il terzo per forza viene con me, no?). E stamattina, riconsegnato il numero 2 alle sue dade scansafatiche e rifornito il numero 1 con IPad e brioches, ho messo in opera il mio piano.
Destinazione: il bagno di casa, precedentemente messo in ordine, riscaldato e dotato di asciugamani puliti.
Complici: il bagno doccia delicato e l’olio corpo elasticizzante della linea Anne Geddes by Italian Cosmetics. Si perché Italian Cosmetics ha tradotto in bolle di sapone e coccole le dolcissime immagini della fotografa Anne Geddes (quella della foto dei neonati nelle zucche, sotto i cavoli, etc.) e ha creato una linea cosmetica bio dedicata alle mamme e ai babypupi. Avevo intercettato alcuni di questi prodotti al Sana e non vedevo l’ora di una occasione speciale per provarli…
Così stamattina mi sono concessa una luuuunga e indisturbata doccia con il bagno doccia delicato ed emolliente: profumato agli agrumi e perfetto per scacciare da corpo e mente le fatiche di due giorni da mamma, cuoca, infermiera, factotum di casa. E poi mi sono regalata un morbido massaggio con l’olio corpo elasticizzante, che si stende e si assorbe con facilità con grande gioia della mia pancia sempre più grande. E, credo, anche di Brando che si è goduto un bel massaggio coccoloso!
PS: Brando, ho ancora nel cassetto anche il bagno shampoo delicato e l’olio massaggio coccole e li tengo in serbo per te… ♥
Sempre che anche tu non mi faccia desiderare di mollare tutta la baracca ed essere una mamma in fuga!
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