Frizzbe! nel cantiere della Fontana del Nettuno: perché visitarlo, guardare il Żigànt di Bologna negli occhi e scoprirne tutti i segreti.
Noi tutti i Bolognesi siamo affezionati alla nostra bella Fontana del Nettuno: è uno dei simboli della città nonché punto di ritrovo per eccellenza per chi si dà appuntamento in centro (se qualcuno non vi ha mai detto “ci vediamo davanti al Nettuno” interrogatevi sulle compagnie che frequentate). E infine tutti o quasi abbiamo avuto modo di apprezzare le sue “potenzialità virili” osservandolo con finta nonchalance da un punto “segreto” della piazza.
Ma alla fine…quanto ne sappiamo veramente della Fontana del Nettuno?
Personalmente poco per cui, per colmare il mio gap di conoscenza, ho partecipato alla visita guidata nel cantiere della fontana organizzato da Bologna Welcome in collaborazione con l’Associazione Succede Solo a Bologna. Che dopo tanti anni a passarci davanti e vederlo ignudo senza sapere niente di lui iniziava a sembrarmi sconveniente!
Ecco i punti salienti della visita e perché ve la consiglio (entro il 16 dicembre, giorno del 400esimo compleanno della statua, dopodiché si spera che il cantiere sia finito).
Inizio col dire che come tutti quelli che vengono ricoverati in una clinica per un intervento o una terapia d’urto, anche il nostro Nettuno non appare nella sua forma migliore durante il restyling.
Incastonato in una gabbia di pali e ponteggi, le estremità incerottate, circondato da persone che gli fanno il peeling, non sembra proprio la statua maestosa che troneggia accanto a Piazza Maggiore. Eppure risalendo i ponteggi livello dopo livello, la visita al cantiere dà la possibilità di osservarlo da vicino e di soffermarsi su dettagli che solitamente non vengono guardati: le sfumature del bronzo di cui è fatto che raccontano secoli di pioggia, neve, sole e sfregi, il tridente che porta in mano e che ha ispirato il simbolo della Maserati, la postura del corpo appositamente studiata per bilanciare la statua che si regge, tutta quella roba, su una gamba sola.
Il tour guidato dura un’ora e illustra la storia del monumento, che si intreccia con le diatribe della Bologna rinascimentale, e il significato dei simboli e degli stemmi sparsi per tutta la fontana. Vale la pena questa piccola full immersion nella Bologna di un tempo in cui tra quartieri malfamati da ripulire e opere regalate ai cittadini in cambio di voti, i problemi quotidiani non erano troppo diversi da quelli di oggi. E ascoltando il racconto della guida le sorprese non mancano: l’avreste detto che questo Nettuno, sebbene dio romano, rappresenta il Papa? E che quei mostri marini tenuti in braccio dai putti sono delfini, almeno nell’immaginazione cinquecentesca? E che nel corso dei secoli la statua fu svuotata, rimossa e poi rimontata al contrario?
Risalendo le impalcature fino in cima si arriva all’ultimo piano per ritrovarsi vis a vis con il Żigànt: un privilegio che solo i pochi che ogni tanto ci si arrampicano sopra per mettergli addosso una bandiera del Bologna Calcio o dell’Italia hanno avuto. E quando lo guardi, con la testa che emerge dalla giungla di impalcature, questo dio poderoso sembra più piccolo e umano.
Nettuno mio…resisti! Ancora un mese e mezzo e tornerai tra noi: bello, splendente e soprattutto in tutta la tua possente interezza! E io intanto sono contenta di aver trascorso un’oretta a conoscerti un po’ più a fondo.
PS: l’effetto ottico che conferisce al Nettuno attributi da superdotato è in realtà appositamente voluto dall’inizio. Fu Giambologna, l’autore della statua, che posò nel pavimento della piazza circostante la pietra della vergogna da cui ammirare la singolare vista, in contrapposizione con le regole di allora che imponevano il sottodimensionamento delle “nudità” nelle statue. E così quello che si vede dalla pietra della vergogna non è solo il dito, ma è come sarebbe il nostro Nettuno, 100% proporzionato, in un giorno di grande felicità!
La Fontana del Nettuno è visitabile da lunedì a venerdì alle 10.00, sabato e seconda e quarta domenica del mese alle 16.00. Info e prenotazioni sul sito di Bologna Welcome
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