Proposte per tutelare una specie a rischio: l’albero di Natale, quando hai in casa un nanerottolo semovente e curioso che ancora non risponde bene ai comandi.
Uno non vede l’ora di avere bambini per poter celebrare e rivivere con loro tutta la magia del Natale. Con addobbi, canzoni, abbracci e lui, il principe delle festività natalizie: l’albero di Natale che troneggia sfavillante in salotto. Anzi, visto che quest’anno c’è anche il bambino sai che c’è? Lo compriamo ancora più grande!
E poi? Poi occorre fare una distinzione: perchè il primo Natale dopo la nascita di tuo figlio dipende… da quando è nato. Mi spiego: se il pargolo è nato da maggio in poi sarà improbabile che gattoni/cammini e allora l’albero è salvo e tu ti puoi godere, insieme alla tua metà, il tenero quadro familiare del primo Natale insieme.
Per l’ultima volta, almeno per un po’ di anni…
Già, perchè se invece l’adorabile frugoletto è già diventato semovente allora l’idea dell’albero di Natale in stile Melania Trump che avevi in mente per l’occasione deve essere temporaneamente accantonata, o quanto meno decisamente ripensata.
Il biondo ed io, che l’anno scorso abbiamo fatto l’albero di Natale ballando e cantando di fronte a un Vinci allora 5 mesenne e molto statico, per poi emozionarci a ripetizione nelle sere in cui le sue lucine illuminavano il visetto del nostro angioletto, ora siamo dinanzi al dilemma. Albero si o albero no? Albero dove? Filo spinato o quello che da la scossa?
E nella triste ammissione che i nostri divieti verbali cadono per ora nel vuoto e che nulla in casa si salva dalle grinfie del piccolo Arraffa-e-distruggi, ecco cosa sta venendo fuori dalle nostre elucubrazioni per non mancare l’appuntamento con l’allestimento più magico dell’anno. Da quelle più improbabili a quelle più plausibili.
- Improbabilissima: la soluzione di nonno Attilio
Nonno Attilio era, in realtà, il nonno di mia mamma. Io non l’ho mai conosciuto ma tutti quelli che hanno avuto il piacere me lo hanno dipinto come un uomo burbero e dai modi decisamente opinabili. Nel giardino di casa aveva un fico e, per impedire che chiunque andasse a rubare i suoi frutti, aveva collegato ad un ramo un filo che portava al grilletto di una pistola…la quale un giorno sparò, colpendolo, ad uno dei suoi generi.
Ok questa la scartiamo, anche nella versione pistola ad acqua! - Molto improbabile: NON fare l’albero.
Come detto sopra, al momento i divieti verbali al di sotto dei 100 decibel non sortiscono molti effetti quindi la prospettiva di allestire un albero stupendo per vederlo demolito in svariati modi per svariati giorni al momento non ci convince affatto.
Però non fare l’albero di Natale… eddai non si può! Sarebbe come cedere senza combattere, andarsene nel disonore. E non tanto per avere sacrificato la tradizione alla quiete familiare, quanto per avere evitato a priori l’inaugurarsi di una estenuante quanto divertente battaglia con nostro figlio. Che sappiamo già ci distruggerà e ci farà rimpiangere ogni cavolo di pallina appesa, ma che rimarrà nello scaffale dei nostri ricordi più belli.
Naaaaa, l’albero s’ha da fa’! - Improbabile, anche se...
La soluzione di compromesso, quella al ribasso che scontenta tutti: l’albero piccolino, da addobbare con 1/15 delle palle di Natale a disposizione e riporre su una mensola in alto.
E poi dimenticare e non guardare più. Perché fa tristezza, molta tristezza… - Sarebbe bello ma…
Eccola qua, la soluzione che salverebbe la capra e i cavoli: un bell’albero di Natale in stile Montessori, di quelli che i bambini possono smontare e rimontare a loro piacimento, senza limitazioni alla loro libertà e senza provocare abbattimenti al suolo di abeti (seppure finti), cocci sparsi e scene di isteria materna in casa. Ne esistono di bellissimi, da comprare o confezionare in casa con feltro colorato, una macchina da cucire o poco più.
Peccato che questa soluzione al biondo non piaccia. E già manda giù senza dire (quasi) una parola il presepe di ebano portato di contrabbando da mio fratello dalla Tanzania: che è molto originale, molto nero e molto minimal. Che secondo il mio tradionalistissimo amore, le facce non si riconoscono, il bue sembra l’asino e la Madonna si confonde con il Re Magio Baldassarre. Che quando io ci metto sotto un velo color oro per rappresentare la sabbia e ci ficco in mezzo le luci, lui esce dalla stanza paventando ad alta voce (e secondo me augurandosi in cuor suo) che tutto prenderà fuoco a breve! - Probabile, ma ho paura: fare lo stesso il mega albero sperando per il meglio
Vedrete che conoscendo i due polli (che siamo noi), l’albero si farà. L’albero del nostro primo Natale a Bologna, l’albero che l’anno scorso eravamo in tre e adesso guarda amore a giorni saremo in quattro, l’albero che diventerà l’oggetto del desiderio e della distruzione del nostro piccolo Attila, noi lo faremo. Con tutte le palle, i crismi e le luci colorate. Urleremo, l’albero cadrà, qualche palla andrà in pezzi che finiranno sotto i nostri piedi nudi, altre ce le ritroveremo in giro fino ad agosto.
E quando avremo finito di smontarle, riporle, estrarle dagli alluci…allora sarà di nuovo ora di rimontare l‘albero di Natale: però a quel punto di figli ne avremo due, e il secondo sarà nato da ben 11 mesi…
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