1 mamma come tante, 2 figli, 5 modi per fasciarmeli addosso e soprattutto 9 cose utili da sapere che ho imparato grazie alle mie 2 fasce porta bebè
Avete un figlio piccolo o state per averlo? Allora uno degli oggetti che forse state considerando di comprare è una fascia porta bebè. Attenzione! Come tanti argomenti che girano intorno al mondo delle mamme, quello delle fasce porta bebè ha un curioso potere: rende le persone innamorate pazze, al limite del fanatismo, oppure completamente avverse. Se appartenete ad una di queste fazioni, non perdete tempo a leggere questo post e dedicatevi ad altro. Ma se come me vi trovate nella terra di mezzo, allora potete trarre utilità da questa lista di 9 cose che da mamma ho imparato sulle fasce porta bebè.
- Ho imparato che quello delle fasce porta bebè è un mondo, e ce ne sono un mondo. Morbide, rigide, a lisca di pesce, con l’anello, di mille marche e prezzi. Fasce che costano come una borsa di Vuitton e che, ben usate nel tempo, possono aumentare di valore. Ho imparato che c’è chi le fasce le colleziona, le scambia, le abbina al vestito o alla stagione o al mood del giorno.
Ma che c’è anche, state tranquilli, campa felice e ben abbinata con una fascia o due 😉 - Ho imparato che una fascia può folgorare una mamma e cambiarne la vita o il lavoro: mamme che da “semplici mamme” diventano “mamme portatrici”, mamme che diventano consulenti del portare in fascia.
Ma, ristate tranquilli, posso testimoniare di mamme che usano la fascia senza cambiare vita e connotati: al massimo le vedrete uscire non più con la clutch ma con una shopper per infilarci la fascia quando si tolgono il pupo di dosso! - Ho imparato cinque modi per legarmi i miei figli addosso, davanti oppure sulla schiena, facendomi aiutare da un’esperta ma anche guardandomi qualche tutorial su Youtube. Un po’ di curiosità, un divano vicino per eventuali atterraggi d’emergenza sul morbido e via…
Perché ok che fasciarsi un figlio è un po’ più complesso di farsi il nodo ad una scarpa, ma onestamente non richiede nemmeno una laurea. - Ho imparato che legarsi i figli addosso non è una moda da mamme un po’ stranite, ma è una pratica antica come il mondo che fino a qualche generazione fa era usata anche dai nostri bisnonni, prima della democratizzazione delle carrozzine. Ma proprio per la disabitudine di vedere i figli legati alle mamme, le fasce porta bebè possono essere viste come qualcosa di nuovo che irrompe nel pacifico oceano dei passeggini multifunzionali e, quindi, di strano.
- Il che si traduce nel fatto che portare un bambino in fascia può attirare veri e propri commenti di merda. Io ho imparato a classificare i miei e the winners, a parimerito, sono: lo zio con “Mi sembri una di quelle africane o indiane con quella stoffa addosso”, pensando di offendermi. Si contende il primato con la suocera: “Beatrice, da noi queste cose non si sono mai viste, io non le conosco, quindi non so proprio cosa dirti a riguardo” mentre, manuale alla mano, provavo a coinvolgerla sulla validità e la totale sicurezza dello strumento.
- Ho imparato, oltre a incassare commenti non graditi, anche a gustarmi complimenti e ricambiare sorrisi sinceri.
- Ho imparato che le fasce porta bebè rendono le mamme un po’ più libere: perché se nella giornata ambisci a fare qualcosa di più che cullare il figlio tutto il giorno e contemporaneamente non vuole sentirlo piangere, la fascia può essere un potente salvavita. Quante pulizie di casa, quante valigie chiuse, quante cene preparate con il mio figlio più grande in fascia! Quante cene fuori con gli amici con lui che dormiva beato sul mio petto, quante passeggiate dove il passeggino si sarebbe piantato o rotto!
- Ho imparato che alla maggior parte dei bambini stare in fascia piace. Ma gli piace proprio tanto. Posso annoverare innumerevoli febbri curate a suon di Tachipirina e fascia, pianti infiniti che grazie alla fascia trovavano finalmente consolazione. Dove le carezze, le canzoncine e i baci non arrivano, tante volte la fascia può.
- Ho imparato, grazie alle mie due fasce porta bebè, a farmi un po’ di sani cazzi miei. Ricordo con sottile piacere le volte in cui non avevo piacere che mio figlio facesse il giro delle braccia dei parenti, che venisse svegliato o toccato e me lo sono messo in fascia. E quel cerchio primordiale in cui lui ed io siamo una cosa sola e gli altri non c’entrano è stato, almeno per un po’, per un po’ ristabilito e da tutti rispettato.
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