Tamarindo, strutto, bardana, tarassaco…cento anni fa erano alcuni degli ingredienti del natural beauty! Ve ne racconto altri (ce li racconta un libro)
Vi siete mai chiesti come facevano le donne di cento e passa anni fa a farsi belle, quando non esistevano i prodotti di natural beauty che abbiamo a disposizione oggi? E che cosa si usasse in passato al posto del siero di vipera, i tensioattivi, le creme volumizzanti e gli acidi glicolici?
Io lo so grazie ad un libro: Erbe e bellezza di Erina Gavotti, una donna nata alla fine dell’ottocento che nel 1975 ha pubblicato la sua guida per essere più belli. Più di 200 consigli di bellezza fatti con le erbe e le piante conosciute in Italia a quel tempo e con la conoscenza tramandata dalle nonne, che costituiscono gli antenati dei riti di natural beauty che ci regaliamo oggi.
[Aneddoto personale: questo libro apparteneva a mia mamma, ma dopo averlo scoperto intorno ai 12 anni l’ho usato e usurato talmente tanto che mi sono sentita in dovere di comprargliene una copia nuova. Questa è la mia, che ogni tanto vado a leggere ancora!]
Leggere Erbe e Bellezza non è solo un’incursione nel natural beauty del tempo che fu: è anche un modo per scoprire le proprietà di erbe e piante, raccontate in prima persona da una appassionata di altri tempi. Che, come in un perfetto dietro le quinte della presentazione dei suoi trucchi di bellezza, svela scenari e abitudini oggi praticamente dimenticate: le passeggiate in campagna alla ricerca delle erbe officinali, la raccolta dell’acqua piovana in grandi mastelli, i tè e chiacchiere al pomeriggio con le amiche al riparo di una quercia.
Ed è anche una lettura divertente, ad esempio quando l’autrice insegna a farsi la sauna in casa coprendosi con una spessa coperta di lana e infilando una pentola di acqua bollente sotto la sedia o consiglia di detergere il viso, alla sera, con burro o strutto (ma solo se non si ha la pelle grassa).
Se ne avete il coraggio, e non avete la pelle grassa, usate anche il burro o lo strutto; sia per il viso che per le mani; per la pelle secca lo strutto è più indicato. Il burro, usatelo a fiocchetti: mettetene uno sulle due guance, uno sulla fronte, uno sul mento e massaggiate delicatamente con le dita…
Ed ecco un consiglio per chi vive in zone piovose e vuole avere un viso giovane: Quando piove, dunque, soprattutto quando piove quella pioggia fine e sottile che è capace di durare ore e ore, copriamoci bene, attrezziamoci con stivali, cappelli e impermeabili e andiamo a fare una passeggiata tenendo il viso alto, lasciando che le gocce di pioggia lo bagnino tutto, dolcemente e a lungo.
Naturalmente ci sono rimedi per affrontare inestetismi che già quella volta affliggevano le signore, come cellulite, naso rosso (gravissimo!) e peli superflui. Per questi ultimi procuratevi dei bulbi di giacinto (non è difficile, tutti i rivenditori di pianta ne hanno), pestateli bene, allungate la poltiglia con un poco di vino bianco e applicatela sul viso e nei punti dove si desidera ritardare la crescita dei peli.
Per finire con maschere, decotti, tisane, cocktail di bellezza e i rimedi con gli ingredienti che si trovano in cucina (sapeste quante cose si possono fare con l’aglio, il cavolo o una patata!.
E gli effetti di questi riti di bellezza d’altan? Non disponendo di test in laboratorio, mi viene da dire: tutti da provare! Se non altro per l’emozione di tornare a sporcarci le mani, ridere di cataplasmi verdi fai da te e riscoprire l’arte di farci belle come facevano le nostre belle nonne.
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