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09/10/2017 by: frizzbe

Il vegan crudismo raccontato da Giulia: una storia oltre le definizioni

Quando la salute passa per quello che mangiamo: il racconto di Giulia e di come a ventun anni è arrivata a sentirsi bene grazie al vegan crudismo.

Veganesimo, fruttarianesimo, paleodieta, indice glicemico, macrobiotica, crudismo…
Le parole per definire le tendenze alimentari sono sempre di più e sempre più precise.
Questa ricerca di precisione ci serve da un lato per poter distinguere efficacemente i diversi stili di nutrizione; dall’altro, queste distinzioni riflettono scelte talvolta forti, spesso lungamente meditate e osteggiate.

Se tutto questo ha per noi un senso, è però altrettanto vero che dietro tutte le definizioni ci sono poi le persone reali, con le loro storie. E a guardarla dal punto di vista delle storie, anziché delle definizioni, ci si accorge che le etichette perdono molto del loro valore. Anzi, diventa evidente che ciò che è realmente interessante sono i percorsi personali, non tanto le caselle in cui finiamo, con le nostre storie, per mettere i piedi.

Oggi voglio raccontarvi la storia di Giulia: una ragazza bolognese di 21 anni che sta vivendo con entusiasmo un’esperienza di vegan crudismo alimentare. Ovvero la sua dieta si compone di frutta e verdura crude, semi e noci. L’ho conosciuta ad un matrimonio e ci siamo date appuntamento perché lei potesse raccontarmi l’inizio e le caratteristiche di questo stile alimentare, al di là delle definizioni.

vegan crudismoGiulia, mi racconti la tua storia e come sei arrivata al vegan crudismo?
Fino ai 16 anni ero quella che si definisce una persona onnivora: mangiavo tutto, non mi piacevano i dolci mentre prediligevo i formaggi. Fin da piccola però avevo sofferto di acne, mal di pancia e mal di testa piuttosto debilitanti che non riuscivano a trovare una cura: mi ero sottoposta a diversi esami, cicli di antibiotici, test per le intolleranze alimentari, ma la conclusione era che avrei dovuto convivere con questi malesseri. Diciamo che non avevo proprio idea che l’alimentazione potesse avere un impatto sulla salute, ed evidentemente il collegamento era sfuggito anche a chi cercava di curarmi…
Poi verso i 16-17 anni mi sono avvicinata al mondo vegan per motivi etici, e ho visto che eliminando gli alimenti di origine animale avvertivo un miglioramento generale non solo della mia salute, ma della qualità della vita: l’acne ed il mal di testa diminuivano e mi sentivo più energica, al contrario del passato in cui ero sempre stanca.

Come hanno reagito di fronte a questa tua scelta i tuoi genitori?
Da una parte è stato un percorso graduale: da sportiva, mi interessavo all’alimentazione sana e avevo progressivamente eliminato i fritti, ridotto i formaggi ed il sale. Quando ho deciso di togliere tutti i derivati animali, i miei genitori sulle prime sono stati perplessi, ma poi mi hanno visto stare sempre meglio; oggi sono quasi vegani anche loro.

E i tuoi amici? Non è facile a quell’età prendere una posizione così netta, che ha anche delle ripercussioni sui momenti sociali come andare a mangiare la pizza tutti assieme.
Considera che sono sempre stata una persona timida e introversa. Il problema dell’acne così evidente, poi, non mi aveva certo aiutata a sentirmi sicura di me.
Mi sono trovata di fronte ad una scelta: faccio quello che nessuno capisce ma mi fa stare bene o faccio come tutti ma sto male? Sono stata obbligata ad espormi, non è stato un percorso facile: ho dovuto trovare il coraggio di essere me stessa e lasciare andare le paure. Alla fine ho capito che mangiare nel modo in cui riuscivo a stare bene era il più grande gesto d’amore che potevo fare verso me stessa. Le persone intorno a me, vendendomi stare meglio, piano piano lo hanno capito.

Ok, quindi oggi come gestisci un invito a cena fuori?
Di base quello che faccio è cercare di non mettere in difficoltà le persone, sia nel caso di un invito a casa che fuori. Se si tratta di andare a casa di qualcuno, offro di portare qualcosa per me e lo condivido con gli altri. Se mi invitano fuori chiamo il ristorante e cerco di capire se nel menù ci sono piatti di frutta o verdure crude; se non ci sono, mangio prima a casa e poi ordino un’insalata.  In generale ho capito che nel momento in cui gli altri sentono la mia serenità (anziché il mio disagio) tutto funziona facilmente.

Torniamo alla tua storia: la tua alimentazione era diventata vegana, come è arrivata al vegan crudismo?
C’è stato un passaggio intermedio: grazie ad un parente che sta curando il proprio diabete, ho conosciuto l’igienismo (l’igienismo, o igiene naturale, è una pratica di vita e corrente di pensiero naturopatica rientrante nell’alveo delle terapie alternative NDR).

Mi spieghi con parole tue che cos’è l’igienismo?
Per me è un modo di approcciarsi alla vita e coltivare la propria salute. L’igienismo ti invita a:
– avere un approccio positivo ed evitare lo stress
– praticare attività sportiva
– riposare bene
– stare a contatto con la natura
– consumare gli alimenti al loro stato più naturale e con meno lavorazione possibile.

Parliamo di vegan crudismo, igienismo…per molte persone queste parole sottintendono forme di estremismo
E’ facile scambiare queste scelte come manie di controllo o ricerca di un ideale di perfezione, ma non è così:  andando oltre le definizioni e i dibattiti l’igienismo dice che al di là di ciò che raccomanda, ciò che è fondamentale è avere un buon equilibrio psico-fisico. Voglio dire, se ti fa bene andare a mangiare una pizza in compagnia, allora fallo! L’importante è essere felici, non mangiare l’isolata cruda.

Quindi seguendo le teorie igieniste ti sei avvicinata al crudismo
Si, mi sono decisa a eliminare tutti gli alimenti cotti per guarire quel che era rimasto dell’acne e del mal di pancia. Qui ho avuto il vero salto di qualità per quel che riguarda la mia salute!

Mi fai un esempio della tua dieta tipo in una giornata?
Ad esempio, oggi ho fatto colazione con 750 ml di estratto di rapa rossa, carote, sedano e mela. A metà mattina mangio altra frutta o datteri. A pranzo circa due chili di frutta di stagione, possibilmente a km zero. Per esempio in questa stagione (settembre NDR) mi piacciono molto le prugne, il melone invernale, le pere, le mele e le ultime pesche. Poi al pomeriggio mangio altra frutta pomodori e avocado mentre per cena preparo una mega insalata con ortaggi, un avocado e un pugno di noci e semi.
E’ una alimentazione semplice che non richiede preparazioni, anche se mi è capitato di preparare cene erudiste per amici…sono state apprezzate!

Mangiare in questo modo richiede una certa organizzazione, tu come fai?
Beh certo non faccio la spesa al supermercato! Mi rifornisco direttamente dai contadini, compro la frutta e gli ortaggi non di prima scelta e mi costa molto poco. Poi cerco di prediligere acquisti etici e locali: ad esempio i mango e gli avocado li faccio arrivare dalla Sicilia, sono buonissimi e non producono sfruttamento. E’ uno degli aspetti che mi piacciono di questo stile di vita: fare la spesa in questo modo ti porta a conoscere un mondo nuovo, ti avvicina alla natura e all’ambiente.
Diciamo che per me i benefici di mangiare così superano i vantaggi.

Cosa vorresti dire alle persone che vorrebbero provare questo stile alimentare?
DI sperimentare e cercare l’alimentazione che le fa stare bene. Oggi io non mi sento “crudista”, non mi impongo questo stile ed esso non rappresenta la mia identità. Al momento il vegan crudismo mi fa stare bene, se domani non sarà più così lo cambierò.

 

Brownies al cioccolato fatti con le zucchine
Zucchina siciliana lunga in zuppetta

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Sono Beatrice, appassionata di vita green e salutare e di cucina vegana, due volte mamma. Romagnola, Bolognese d'adozione e cittadina del mondo.

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